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Ticket ed Esenzioni: piccola guida per non impazzire

La giungla burocratica è difficile da superare senza crisi isteriche, o strani tic derivanti dal nervosismo o, ancora, senza essere passati da un ufficio all’altro senza aver avuto una risposta certa. Una vera Odissea, altro che l’epico poema. Quando si parla di sanità e legislazione, poi, le cose si fanno ancora più toste. Oggi proverò a fornire una piccola guida pratica su ticket ed esenzioni e sbrogliarne la matassa.

Cos’è il ticket?
È un contributo monetario, una piccola quota specifica, che il cittadino versa nel momento in cui accede a prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza. In parole povere, il Servizio Sanitario Nazionale si fa carico di una parte della cifra per la prestazione richiesta, mentre al cittadino resta il ticket. Il pagamento del ticket consente a tutti i cittadini di ricevere le cure previste dai Lea (livelli essenziali di assistenza sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, con le risorse pubbliche raccolte le tasse).

Quanto si paga?
Attualmente i ticket riguardano prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali e analisi di laboratorio); prestazioni di pronto soccorso; cure termali; farmaci. Le tariffe sono individuate dal nomenclatore tariffario nazionale. Molte regioni, tuttavia, hanno adottato propri nomenclatori tariffari nei quali hanno introdotto nuove prestazioni, modificato o eliminato prestazioni esistenti e stabilito proprie tariffe.

Per le prestazioni specialistiche e ambulatoriali a livello nazionale è previsto il pagamento di un ticket come compartecipazione alla spesa sanitaria. L’importo del ticket varierà quindi a seconda della prestazione. La legge ha, però, introdotto un tetto massimo all’importo, di 36,15 euro per ricetta, che le regioni possono abbassare o alzare. Di fatto, se molte lo hanno lasciato tale, alcune regioni lo hanno alzato anche fino a 46,15 euro. In alcuni casi le regioni hanno però specificato ticket ad hoc o quote aggiuntive per specifiche prestazioni.

Cos’è la quota fissa sulla ricetta?

È una quota fissa che un assistito (non esente), al quale siano state prescritte delle prestazioni specialistiche (visite mediche, esami di laboratorio, diagnostica per immagini, terapie riabilitative, eccetera) deve pagare per aver diritto a utilizzare gli ambulatori pubblici. Una volta pagata la quota fissa, il paziente deve anche pagare il ticket sui servizi fruiti, in base al numero (massimo 8 esami per ricetta rosa) e alla tipologia degli stessi. La quota può essere appunto fissa o variabile, modulata su alcuni fattori: costo della prestazione (creando quote proporzionali al valore economico della ricetta), tipo di prestazione, esenzioni, reddito familiare e condizioni di salute (gravidanza, ad esempio) o sociali. La modulazione della quota può variare tra regione e regione.

Cos’è il ticket sui farmaci?
È una somma da corrispondere al momento del ritiro di una confezione di un medicinale dietro ricetta del servizio sanitario. Non esiste una regola unica valida a livello nazionale: sia l’importo del ticket, sia le modalità di applicazione variano da regione a regione in base a vari fattori. In alcune regioni, il ticket non è neppure previsto. A prescindere dalla corresponsione del ticket, in tutte le regioni, per i farmaci equivalenti, la normativa prevede che il Servizio Sanitario Nazionale rimborsi integralmente il farmaco con il prezzo più basso presente sul mercato. Qualora il cittadino voglia acquistare un farmaco con prezzo superiore a quello di riferimento è tenuto a pagare il differenziale di prezzo, cosi come indicato nella lista di riferimento pubblicata mensilmente sul sito AIFA.

Per fare un esempio:

Nel nostro esempio, la quota di rimborso stabilita è di 3,09 euro, pertanto se il paziente chiede di avere il medicinale di marca (Omeprazen) deve pagare la differenza di 0,45 centesimi. Se opta per il medicinale equivalente A deve pagare 0,13 centesimi, mentre se chiede di avere il medicinale equivalente B non deve corrispondere alcuna somma.

Le prestazioni del pronto soccorso, quando sono a pagamento?
Il pagamento del un ticket di 25 euro per le prestazioni erogate in pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, classificate con “codice bianco” (casi non urgenti, che possono essere trattati dal medico di base, o dalla guardia medica). Il ticket non è previsto per i codici di gravità: rosso, giallo e verde.

Chi ha diritto alle esenzioni?
Quanto detto fino ad ora, non è valido per chi ha un’esenzione dal ticket, ossia la possibilità di non pagare gli stessi e la quota fissa sulle ricette. Tale privilegio è dato solo a delle classi speciali di persone che rientrano in casi particolari. Scopriamoli.

Esenzione per reddito.

Codice E01: Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito annuo complessivo non superiore a 36.151,98 euro.

Codice E02: Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito annuo complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

Codice E03: Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico.

Codice E04: Titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant’anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito annuo complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

Esenzione per malattie croniche.
I cittadini affetti da determinate malattie (l’elenco oppure ricercare la malattie nel portale dedicato del ministero della Salute) sono esentati dal pagamento del ticket per le prestazioni che riguardano la propria specifica patologia. Per l’esenzione è necessario farsi rilasciare da una struttura pubblica un certificato medico che attesti la presenza di una o più malattie croniche. Questo ‘certificato di esenzione’ va presentato all’Azienda sanitaria di residenza che a sua volta rilascerà un attestato che riporta: la definizione della malattia; il relativo codice identificativo; le prestazioni che potranno essere erogate in regime esenzione. Solo le prestazioni per la propria patologia sono in esenzione. Il cittadino deve pagare il ticket per eseguire una visita per una patologia indipendente da quella malattia o dalle sue complicanze.

Esenzione per malattie rare.
Tutte le prestazioni utili per il trattamento e il monitoraggio di una malattia rara e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti sono esenti da ticket. L’esenzione si estende anche alle indagini necessarie per l’accertamento della malattia stessa ed alle indagini genetiche sui familiari, utili per diagnosticare una malattia rara che abbia origine genetica. Dopo aver ottenuto la diagnosi di malattia rara, il cittadino può richiedere l’esenzione all’Azienda sanitaria di residenza, presentando il certificato di diagnosi di malattia rara. Sulla ricetta della prestazione sanitaria erogabile in regime di esenzione dovrà essere riportato il codice della patologia in questione

Esenzione per invalidità.
Hanno diritto all’esenzione dal ticket per tutte le prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche le seguenti categorie di invalidi: invalidi di guerra e per servizio appartenenti alle categorie dalla I alla V, invalidi civili e invalidi per lavoro con una riduzione della capacità lavorativa superiore ai 2/3, invalidi civili con indennità di accompagnamento, ciechi e sordomuti, ex deportati nei campi di sterminio nazista Kz (categoria equiparata dalla legge agli invalidi e mutilati di guerra), vittime di atti di terrorismo o di criminalità organizzata. Gli invalidi di guerra, titolari di pensione diretta vitalizia, hanno diritto a ritirare gratuitamente i medicinali appartenenti alla classe “c” su prescrizione del medico che ne attesti la comprovata utilità.

Casi particolari: Gravidanza.
Le coppie che desiderano avere un bambino e le donne in stato di gravidanza hanno diritto a eseguire gratuitamente, senza partecipazione al costo (ticket), alcune prestazioni specialistiche e diagnostiche utili per tutelare la loro salute e quella del nascituro, erogate presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, tra cui i consultori familiari.

Il Servizio sanitario nazionale, oltre alle prestazioni diagnostiche attivamente offerte dalle Aziende sanitarie locali nell’ambito delle campagne di screening, garantisce l’esecuzione gratuita degli accertamenti per la diagnosi precoce di alcuni tumori. In particolare, possono essere eseguiti in esenzione dal ticket:

  • la mammografia, ogni due anni, a favore delle donne in età compresa tra 45 e 69 anni; qualora l’esame mammografico lo richieda, sono eseguite gratuitamente anche le prestazioni di secondo livello;
  • l’esame citologico cervico-vaginale (PAP Test), ogni tre anni, a favore delle donne in età compresa tra 25 e 65 anni;
  • la colonscopia, ogni cinque anni, a favore della popolazione di età superiore a 45 anni.

Infine, nelle strutture pubbliche, il test anti-HIV, in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo produce nel caso in cui entri in contatto con questo virus.

Se rientrate in una delle categorie di cui sopra, andate alla vostra ASL di riferimento per iniziare le pratiche per la richiesta di esenzione.

esenzioni, normative, ticket

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